#insiemeservendoCristo

Un viaggio di oltre 1000 km!!!

La testimonianza di Vincenzo e Mariagrazia, due giovani che al tempo della quarantena da Covid19 hanno risposto all'appella della Caritas mettendo a disposizine il proprio tempo


Ciao, mi presento. Sono Vincenzo Di Lauro, ho 21 anni e sono della parrocchia Santa Maria Assunta di Alife. Come tutti, anche io sto vivendo ed ho vissuto questo periodo particolare, che ha preso alla sprovvista un po’ tutti. Ma ho cercato in tutti i modi di non restare fermo a guardare perché, diciamoci la verità, proprio non ci riesco a stare fermo, appollaiato su un divano. Qualche anno fa mi è stato fatto un dono, un dono gratuito da parte di un Padre che mi ha donato tutto il suo amore. Da allora dentro di me è cambiato qualcosa e sento di donare anche ad altri quello che a mia volta ho ricevuto.

Ho scoperto che la Caritas diocesana chiedeva aiuto ai giovani durante la pandemia, ed ho sentito nel mio piccolo di dover dare una mano. Pensandoci, adesso mi rendo conto che uscendo di casa mi sono esposto io in primis nel poter contrarre il virus. La paura c’era, ma subito è passata in secondo piano, perché quando ci si affida a Dio, le paure si tramutano in gioia. Persone che fondamentalmente non ho mai conosciuto, ma in ogni pacco di pasta, latte ed altri generi di prima necessità caricato e trasportato sentivo di donare il mio amore a loro. Sono stati e continuano ad essere mesi nel segno della carità, che sarà l’unica a non aver mai fine (Cfr. 1 Cor 13,8-13), insieme all’equipe diocesana e al furgoncino, che gira da mesi, portando avanti quello che il Signore stava chiedendo a tutti noi, “insieme per servire”. Siamo tutti chiamati ad amare Cristo e gli altri, questa per me è l’essenza del cristiano, lo stile che lo contraddistingue. Cristo, amandomi, mi dona vita e mi permette di amare il prossimo a mia volta, donando la mia vita per gli altri. È Lui che opera ed è Lui che mi smuove e che mi muove, io devo solo mettermi a disposizione. Tanti sono i giovani che hanno sostenuto e sostengono il lavoro della Caritas Diocesana.

Tra i tanti, Mariagrazia Nassa, della parrocchia S. Croce in Raviscanina, non ha fatto mancare la sua presenza presso il guardaroba diocesano, condividendo ora con voi la sua esperienza:

“Tutte le volte che il Signore mi offre l’occasione di esprimermi nel servizio della carità il mio cuore non fa altro che dire di “si”. Anche con questa nuova esperienza posso annunciare che “C’è più gioia nel dare che nel ricevere” (At. 20,35). Si ritorna sempre a casa con il cuore ricco di gratitudine e mai di pentimento. L’esperienza al guardaroba diocesano non è scontata. Dietro ogni indumento da riordinare, sistemare e confezionare, non c’è soltanto lavoro da svolgere, ma c’è mio fratello, mia sorella, un bambino, una mamma, un papà: una famiglia! Quasi ci si immagina i loro volti a cui indirettamente sto tendendo la mia mano e donando un po’ del mio tempo. Ciò che conta non è la quantità, ma la qualità di ciò che si dona agli altri. Ogni gesto fatto con amore e con il cuore ci rende sempre più immagine e somiglianza di Dio.”

In questi complicati mesi, passati per la maggior parte tra le mura di casa, posso testimoniare di aver fatto parte di quegli oltre 1000 km che il furgoncino adesso segna sul conta chilometri. Ogni chilometro racconta la storia di una famiglia aiutata e sono sicuro che dietro quei volti si nasconde quello di Cristo. Condivido infine la frase che mi ha accompagnato in questo percorso: la carità è bagnina, paziente, non è invidiosa, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, ma si compiace della verità (1Cor 13,4-10).

La Carità illumina il momento buio di questo periodo, dona una speranza in fondo al tunnel, ti aiuta a sopportare ciò che è pesante, perché Cristo porta il tuo peso insieme con te. La cosa più grande che esista è proprio la Carità. Donando che si riceve, perdonando che si è perdonati.